La città e l'inconscio nell'era globale. Germanistica in dialogo interdisciplinare
Scheda
il volume ospita molte più domande di quanto non sia qui possibile enunciare e cerca risposte che introducano un’etica della cittadinanza per il terzo millennio, dove le finalità di Agenda 2030 non restino gusci vuoti, slogan che evacuano il pensare e dove al movimentismo, strumentalizzato dai potenti della terra, si sostituiscano contenuti e consapevolezze da tradurre in una prassi comune nel riconoscimento delle differenze e di un’irriducibile alterità. Il volume prende avvio dagli scritti di Bruno Taut per ripensare attraverso Sigmund Freud, F. G. Jünger, Paul Celan, Durs Grünbein e molti altri il legame sociale all’epoca della mutazione antropologica e delle emergenze pandemiche.
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Podcast di presentazione del volume
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Capitoli
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Introduzione
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L’inconscio al plurale: le città come modelli dello psichico
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L’inconscio sociale e la dimensione urbana. Utopia, immaginario e temporalità dell’idea di città nell’adesso pandemico
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Per un’architettura del Mitfühlen. La città tra emozione e relazione dalla 4E Cognition allo Sturm und Drang
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L’Agenda 2030 di Bruno Taut. Le leggi dell’universo negli scritti nipponici
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In cerca di una forma: Mosca negli anni Venti
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Immagini urbane nella lirica di Ernst Stadler
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Il malefico sortilegio del vintage. Nell'antiutopia di Die andere Seite di Kubin
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Città, tecnica, natura. Riflessioni sull’opera di Friedrich Georg Jünger
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In vece del bianco. Vicissitudini dell’irrappresentabile tra Alpine Architektur di Bruno Taut e Schneepart di Paul Celan
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La città di Durs Grünbein «dopo l’ultima pioggia». Un tributo a Max Ernst
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